Tam pater nemo

Giovanni Paccosi

Tam pater nemo

23/03/2022 Religione Liceo Classico Santa Maria degli Angeli Senza categoria 0

Nell’istante mi scopro fatto da un altro. “Io sono Tu-che-mi-fai” il titolo di questo Blog è anche il tema di questo articolo, che ruota attorno al paragrafo “L’io dipendente del capitolo X de “Il senso religioso” di Luigi Giussani.

Esisto come l’acqua che sgorga dalla sorgente, come la voce che dipende dalla vibrazione di chi parla, come il fore dall’impeto della radice. Il Tu misterioso che mi genera ora, è Dio. Mistero senza il quale tutto diventa impossibile a comprendere. mentre dico io davanti al Tu di Dio, porto con me la realtà intera che attraverso di me prende coscienza del suo essere fatta da un Altro.

Il testo del paragrafo in oggetto: L’io dipendente

Quattro canzoni che documentano sviluppando queste osservazioni:

Gracias a la vida, de la cantautrice cilena Violeta Parra che è un inno alla vita, scritto da una giovane cantante che di li a poco si suicidò, ma che aveva così profondo il senso del mistero di tutto. La cantano due straordinarie cantanti: Joan Baez e Mercedes Sosa, rappresentanti della tradizione popolare e del canto come grido sociale del nord e del Sud America

Ecco una canzone della cantante israeliana NOA, che si identifica con la natura, dando corpo all’affermazione del testo che il mondo intero è come la periferia del nostro corpo.

Poi un canto del grande Paulinho da Viola, interprete brasiliano della cultura del suo popolo: Timoneiro, in cui afferma che conduce il timone della vita è Dio.

Per ultimo un canto della Galizia, regione a nord della Spagna, composto da una grande poetessa compostelana del XIX secolo, Rosalia de Castro, e poi messa in musica all’inizio del Novecento.

eccone il testo tradotto:

Quando penso che tu sia fuggito,
la tua ombra scura mi sorprende 
e ritorni ai piedi del mio capezzale 
cogliendomi di sorpresa.

Quando immagino che tu te ne sia andato,
ti mostri nel sole stesso,
sei la stella che brilla,
il vento che fischia. 

Se cantano sei tu che canti,
se piangono sei tu che piangi,
sei il fremito del fiume,
sei la notte e l’aurora.

Tu sei in tutto e sei tutto per me.
In me dimori.
Non lasciarmi mai,
ombra che sempre mi sorprendi.